Sulla libertà d’opinione.

I capelli bianchi mi cascano sugli occhi

la quotidianità mi atterrisce

mi pervade al mattino e si insinua nelle pieghe cutanee

scrollarmene vorrei

ho tagliuzzato il poema come meglio ho creduto

ricordo la voce di una madre, la voce di una figlia

soffrivano solitudini immense

io faccio ridere se voglio

se posso faccio spettacoli improvvisati

ma ho un groppo che vuole sempre sciogliersi

piangere e andarsene al mare

mi dispiace avertelo detto

non ballerei sulla tomba di alcuno in fondo

ma la cattiveria deve essere gratuita per sortire effetti

a me non interessano gli uomini

non mi interessa Dio

mi interessa la frequenza l’onda l’umidità il pallore

la dilatazione delle pupille quando tutto si rabbuia

la contrazione del cuore quando resti solo con te stesso

il sangue che fuoriesce dalla ferita di un’arma qualsiasi

la perplessità sulla scelta di certi colori

di certi accostamenti di certi allineamenti

e dovresti tacere per sentirne la musica o un rumore metallico.

Ma non vuoi mai approfondire la radice nel vaso

ti piace estirparli

certi fiori che hanno la colpa d’essere compiuti e

dovresti solo applaudire o disperarti.

Daniela Del Core@2019

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