la voglia di farcela fortissimamente, diceva Lui, di non abbandonarsi al cappio di lana dura, di riconoscersi ancora allo specchio riflesso, sono più forte di quello che immagini, quando l’ ho vista entrare sembrava un’altra da sé, così smagrita, così triste nei capelli sciolti e aridi e radi, ho riconosciuto il rischio di lanciarsi nel vuoto, deve averlo pensato, ma le pillole aiutano se prese con regolarità, mi è dispiaciuto non sia riuscita a rimanere attaccata alla vita senza patire gli effetti collaterali, è una lotta che forse gli era stata controindicata da piccina, e io non dovrei confessarmi a sto modo, parlo un po’ sporco a volte ma è necessario sfregarsi bene la pelle, temevo per me stessa ma deve avermi battuto sul tempo, sullo spazio, deve esserci qualcosa nel mio antico cervelletto, un’anomalia che lampeggia e impedisce l’apertura dei cancelli, l’anima che rimane testarda, ci vuole ancora provare a scegliere la strada possibile, quando l’ho vista così rallentata così incapace di reggersi in piedi, ho pensato come tutti saranno state le droghe, gli acidi, i fumi, gli psicofarmaci, o mio Dio che deve aver provato nello stomaco, io che avverto molta fame di rassicurazioni ma sono a dieta forzata, io che provo a stordirmi con dello zucchero sulla lingua, è un veleno per me, adesso che inizio ad ammalarmi nel corpo, non funziona più niente come dovrebbe, ma la solitudine mi si è accasata, mi mancano molte cose, poche persone, qualche animale, non sono qui a scrivere il suo testamento, potrei finirla qui e fingere che lei stia bene tutto sommato, si dice così, tutto sommato poteva andare peggio, poteva anche morire, e non è già morta lei? questa bambina vecchia con il suo pallore accecante, con le pupille dilatate dalla noia, so che pagava un dottore per non sentirsi troppo sola, per ascoltarsi la voce che non fosse il nome del suo gatto, l’estate complicava le cose, le rendeva roventi e imprendibili, non vidi mai nessuna così devastata dal morbo contemporaneo, io stessa ero stata così diligente nel truccarmi tutte le ferite, le due occhiaie, le screpolature, il difficile era occultare le amnesie, chi fossi stata, dove stessi andando, con quale biglietto di sola andata, il sipario si era chiuso precocemente e non era scattato l’applauso consolatorio, tuttavia seppi trascinarmi a terra con le ginocchia che sanguinavano, Lei non avrebbe potuto, Lei non poteva muoversi agilmente, si è irrigidita nelle articolazioni pensanti.
Daniela Del Core@2024