Stato di salute, attuale.

Mi hai confidato che sparo un mucchio di scempiaggini,

le penso e te le porgo per convincerti della loro bontà,

Che non faccio altro che raccontarti frottole,

che mi diverto a sto modo ormai,

fingo di non ricordare, ometto le verità, ne riferisco mezze, mi perdo nelle fiabe a mezz’aria, apro e chiudo poesie inascoltabili, giro intorno alle dottrine, sfrantumo la pazienza di chi mi ascolta, mentre il mio cervello viaggia verso una insolita deriva e non m’importa più, ho accettato questo stato di cose, spegnendo ancora il fuoco quando la pietanza è cotta, ho ancora molti anni da vivere davanti, ma non prendo più niente sul serio, nemmeno te, nemmeno me, nel frattempo che lei cresceva, il mio carico mentale s’è era fatto insopportabile, e così cliccai le x di tutte le pagine che mi lasciavi aperte, erano tante e di vario interesse, io che non so più digitare che musica voglio ascoltare e rimetto Mamma ho ucciso un uomo stanotte in un loop infinito, mi piace pensare che abbia solo sciocchezze da circumnavigare adesso, non sono più quella persona affidabile, sincera, inappuntabile, sono una teatrante col sorriso truccato di rosso, ero una creaturina del Paradiso mi dicevi, ero una damina medievale mi ammiravi, ora ho occhi strabuzzati e grandi specchi, mi riconosco nel fondo, ti arrabbi a volte perché mi vuoi seria d’ un tratto, ma sono a mescolare una vecchia brodaglia di minestra con dell’alloro, non posso più farmi triste, devo ridere più forte, per non sentire il sottofondo vociante, non posso più fare silenzio, non posso più tediarmi, non posso più ragionare, non posso più studiare, non posso più riflettere, non posso più fare ammenda, non posso più mortificarmi, non posso più chinare il capo, non posso più giustificarmi, ho una parte da recitare, ogni volta diversa la stessa, senza salire sul palco o peggio morire sulla sedia.

Daniela Del Core@2025

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