Dopo la Prima Guerra
qualcuno deve aver pensato che un figlio in fondo
Benito poteva farlo crescere con la politica sociale
i miei nonni post bellici a vent’anni
da Bari a New York A/R a contare i nodi del vento
(niente low cost ragazzo)
attraverso l’Atlantico a separare i due mondi
la Marina militare
era un’ attrice da copertina ossigenata
scoppiata la Seconda Guerra
i miei nonni post bellici devono aver pensato
che un sesto figlio dopotutto
l’avrebbero cresciuto a piano Marshall,
la pura stregoneria del latte in polvere
non nascondo che a volte ringrazio gli Americani
liberato tisico da uno dei campi tedeschi
non potevano immaginare che il boom economico
scoppiata la bolla di sapone
qualsiasi cosa avrei toccato dagli anni 70 in poi
i muri abusivi costruiti col filo a piombo
sarebbe diventata vintage al terzo giorno,
i miei nonni post bellici predicavano che Lennon
profetizzava utopie and the war is over,
a quarant’anni avevano vissuto tre vite
senza avere mai il tempo senza chiedersene il senso
se scamparono per pura coincidenza o
per superiorità genetica,
non avrei mai scoperto se la salute precaria
troppe le esplosioni nucleari taciute poche le note
i miei nonni post bellici avrebbero saputo curarmi
con unguenti di ittiolo e impacchi al catrame
mi mancano le radici nel vaso a volte
chi ha conservato un gilet chi una medaglia,
devi esserti distratto a Storia se rigurgiti totalitarismi
i miei nonni post bellici avevano orecchie da somaro
per farti girare nella piazza della vergogna
in barba ai traumi psicologici,
andata e ritorno in ossequio ai sacrari,
ti manca la profondità, l’altezza e la lunghezza
in vista delle elezioni
torna a casa, torna a scuola
o ritornatene da dove sei venuto.
Daniela Del Core@2018
