Estate in fieri.

e grazie a Qualcuno dall’Alto venne l’estate

senza intentare cause tediose o ricorsi storici

senza primavera o preliminari di pollini

la distensione al sole dei tuoi muscoli contratti

regalava un sorriso difficile da improvvisare

(non puoi imitare la Natura e non incorrere

in un briciolo di sana risibilità?)

ti punse il critico prima zanzara di stagione

passa la mano la maestra tra i capelli a scorgere eventuali pensieri

i pidocchi rifuggono dietro ai padiglioni

le zecche se non ti rivolti sull’erba non trattata

dovrebbero darti pace come questa assenza di virgole

se chiudo gli occhi sento il mare che presenzia

tu piangi di allergie post-moderne

io gonfio i polmoni senza broncospasmi

non devo inventare scuse se mi sventolo il capo

se mi raccolgo i capelli

finalmente cammino scalza sul pavimento fresco

mi dà sollievo spingermi sulle punte dei piedi su mattoni sconnessi.

Daniela Del Core@2019

Zombificio.

Marcescibile questo carico di frutta,

la tormenta, la tortura, l’angoscia pregnante,

la nausea, la sete, la fame, il sonno, il lenzuolo attorcigliato alla gamba,

i vestiti abbandonati, la sedia, il tinello, il cubicolo asfissiante,

la paura, le forbici, i coltelli, le sicure, le porte, le ante,

il vizio, l’abitudine, la virtù smarrita, la testa, il collo, le mani, la gola,

il collare, l’ossessione, il tarlo, la tarma, il trapano, la forchetta,

il forcipe, le cartilagini, il sangue, il battito, il suono delle parole,

il sibilo del vento, i fischi, le orecchie, i timpani, le vibrazioni, i rosicchi dei topi,

le unghie scheggiate, il nervo, il tendine, lo sperone, il costato,

la frattura, il taglio, il raschio, la sbucciatura, la cicatrice,

le aderenze, lo scollamento, il bisturi, lo spirito, l’ovatta,

l’acqua, il cerotto, la colla, lo sgrassante, lo sgorgante,

l’asfalto, la crosta, il ginocchio, la moto, il casco, il cranio,

i valori, il grafico, il picco, il coma, la vita, la morte, l’oblio,

la rimembranza, la dimenticanza, il lutto, la nascita,

l’antibiotico, il probiotico, la morfina, l’estasi, le ascensioni,

i miraggi, le fate, i sacramenti, i paraventi, gli sgomenti,

i trucchi, i parrucchi, gli inizi, i finali, gli intrecci narrativi,

le lenti, l’ingrandimento, la riduzione, il distillato, il preparato galenico,

la chiusa, la fine, pretermine, a termine, il parto complicato.

Daniela Del Core@2024

Risvegli

Il fumo di frascine mi sporca i polmoni piacevolmente

nella stanza accende il fuoco le ombre nascoste,

da sempre dormienti ma ascoltano, so come vuole finire

la fiamma si torce quel tanto che basta

se non avessi questo camino al centro del petto

gli orologi scordati per negligenza

sarebbe potuta andar peggio con questo tirare ai dadi e

scegliere il viso o un piede una mano forse mi indispone

saperti triste e sfilacciata raffreddo i ricordi più atipici

mischiandoli a carte sto cambiando per sopravvivermi,

per insultare la logica, devo concentrarmi sulle ossa o

sul metallo che non trasfiguri che non trasli

tendendo la corda tra due punti senza fingere skills che non possiedo,

non posso tornarmene in strada

c’è la prima neve a fiocchi potrebbe indurmi in tentazione,

la calma pare svanire tra embrioni di pensiero,

un cappotto potrebbe aiutare a serrare le braccia

ma scende il buio a chiudere, a sottolineare la chiave di volta.

Finita in frantumi.

Daniela Del Core @2021

Tentativi.

Riscrivere nel senso di ritornare

ricominciare a comporre

mettere una lettera dopo un’altra

sono trascorsi anni strani

un tempo le dita scorrevano veloci su una tastiera obsoleta

essere chiari non nascondersi

rinunciare allo straniamento o cercarlo ancora

essere giunti al giovedì a fatica

non capire più la differenza

aver smesso di leggere, di far di conto, di ripetere

colazione, pranzo, cena,

l’indispensabile,

acqua sapone pettine vestiti scarpe camminare spendere parlare a sproposito

trovare ciò che non si cerca, allunare ammarare sbarcare guardare

c’è un vaso di fiori secchi intirizziti gelati rotola dal tavolo scorticato

le pareti ingrigite dal tempo riflettono poca luce

crederci ancora sognare incubare piagare

ho letto distrattamente Tarkos un video in scorrimento il parere del critico

morto qualche intellettuale soffrendo solite paure

che ne è stato di tutto il tempo andato? vado a tentoni

novità ci sono e sbiadiscono pian piano

lascia correre lasciar perdere lasciar essere lasciar divenire.