compiuti i quaranta.

Non è il lunedì in sé a farci male con i clacson stonati

quanto il calendario e il business plan

la lista della solita spesa con esotismi di papaya

il pediatra in vacanza e la moglie in casa

non è stata poi malvagia la domenica

con l’alba e l’abbondanza di frutta secca

ho smesso con la letteratura come con te

non andavamo da nessuna parte neppure in sogno

non scrivevamo male e non scrivevamo bene

intorno a noi sfornavano i casi dell’anno

e i teenager a scuola ci spingevano sulle scale

e i vecchi ci pigiavano sui mezzi pubblici

e le donne ci schernivano

e i padri ci rinnegavano

e i bambini

Dio

i bambini erano i più crudeli.

Daniela Del Core@2018

Fuori dai vasi.

C’è qualcosa che fruga nel cervello
vuole esprimersi senza parole non riesce
manca il colore di certe epifanie
sei scorretto mi dicono
devo rinchiudermi nella stanza
e contare i numeri pari e i numeri dispari
afferrare la pietra scheggiata
offrire una vena florida
comprendere codici sfuggenti
preferisco uscire con il sole già alto
e dirti che non avevamo scampo e
l’aver provato ad allinearci non rende eroi
trafitti da sensi di discolpa.

Daniela Del Core @2022

Risvegli

Il fumo di frascine mi sporca i polmoni piacevolmente

nella stanza accende il fuoco le ombre nascoste,

da sempre dormienti ma ascoltano, so come vuole finire

la fiamma si torce quel tanto che basta

se non avessi questo camino al centro del petto

gli orologi scordati per negligenza

sarebbe potuta andar peggio con questo tirare ai dadi e

scegliere il viso o un piede una mano forse mi indispone

saperti triste e sfilacciata raffreddo i ricordi più atipici

mischiandoli a carte sto cambiando per sopravvivermi,

per insultare la logica, devo concentrarmi sulle ossa o

sul metallo che non trasfiguri che non trasli

tendendo la corda tra due punti senza fingere skills che non possiedo,

non posso tornarmene in strada

c’è la prima neve a fiocchi potrebbe indurmi in tentazione,

la calma pare svanire tra embrioni di pensiero,

un cappotto potrebbe aiutare a serrare le braccia

ma scende il buio a chiudere, a sottolineare la chiave di volta.

Finita in frantumi.

Daniela Del Core @2021

Ripresa

Non capirete che la coperta ammucchiata sulle ginocchia

crea calore come stufe di legno in disuso

a segnare la fine del giorno che tuffa la testa nella coltre di lana

o termina forse la vita piena di anni molti inutili eppure

indispensabili appaiono adesso che il fuoco sembra flebile

mi domando ti prego non rispondere subito che subito

è sciocco e confuso pieno di rami infruttuosi

semmai amare a questo mondo fosse pari al vivere

e indugiare al morire

se caduta come un velo dagli occhi

fosse brace tiepida.

Daniela Del Core @2022

Tentativi.

Riscrivere nel senso di ritornare

ricominciare a comporre

mettere una lettera dopo un’altra

sono trascorsi anni strani

un tempo le dita scorrevano veloci su una tastiera obsoleta

essere chiari non nascondersi

rinunciare allo straniamento o cercarlo ancora

essere giunti al giovedì a fatica

non capire più la differenza

aver smesso di leggere, di far di conto, di ripetere

colazione, pranzo, cena,

l’indispensabile,

acqua sapone pettine vestiti scarpe camminare spendere parlare a sproposito

trovare ciò che non si cerca, allunare ammarare sbarcare guardare

c’è un vaso di fiori secchi intirizziti gelati rotola dal tavolo scorticato

le pareti ingrigite dal tempo riflettono poca luce

crederci ancora sognare incubare piagare

ho letto distrattamente Tarkos un video in scorrimento il parere del critico

morto qualche intellettuale soffrendo solite paure

che ne è stato di tutto il tempo andato? vado a tentoni

novità ci sono e sbiadiscono pian piano

lascia correre lasciar perdere lasciar essere lasciar divenire.