Nonna resuscita e vieni a salvarmi
se non è possibile
chiamami a te
accanto a voialtri
con un fischio popolare
qui non è rimasto più nessuno
bruciano le fiamme dentro al corpo
non puoi toccarmi senza ferirti
non ti accorgi di null’altro
eppure i bottoni sono allineati
i capelli pettinati
il dolore in costante riarmo
a volte una scossa mi percuote e scarica
a terra il suo potenziale
la colazione consumata
le dosi dispensate
le guarigioni speranze monche
e dovrei essere grata
di non avere solo che questo cancro
dell’anima.
Si è raffreddata la Pupa e starnutisce
penso per liberarsi del bozzolo
l’afferro per i piedi
ogni volta vorrei lasciarla andare
ma mi riabita come un inquilino testardo.
Nonna vieni a rimproverarmi
di restare composta
e fracassami il capo con uno dei tuoi cucchiai di legno.
Dimmi che passa tutto come le Grandi Guerre,
dimmi che posso ricucire gli strappi
se mi procuro un ago un ditale e la freddezza chirurgica
delle tue massime semplici.
Daniela Del Core @2018.
